venerdì 28 gennaio 2011

6) il "Sciumare e il Maiale", dalla 2a serie "Affetti" 1977 - due film-video - Work in progress (in costruzione - under costruction)


IL "SCIUMARE" e IL "MAIALE" - Work in progress ( sviluppo progettuale) - 1977 - 1996/98-2008
film muti-colore Super 8, girati nel 1977. Montaggio diretto in macchina, con un primo  riversamento sperimentale in video VHS nel 1992 e in BVU e VHS nel 1996 ed un secondo riversamento in digitale (DVD) ad alta definizione, nel 2007 e 2008.

Progetto 1: "il Sciumare"- 1° tempo -

Soggetto:

Il film narra di un caldo pomeriggio d'estate, in cui un gruppo di ragazzi, dal centro storico del proprio paese, autonomamente (dietro mio suggerimento, per ripercorrere un sentiero conosciuto), senza il permesso dei genitori (i quali già sapevano, dato che  da ragazzini facevano, e facevamo, la stessa cosa), si reca al fiume, in una località posta ai margini,  per bagnarsi completamente nudi nelle sue acque. Una località suggestiva, immersa interamente nel verde, il cui accesso era riservato solo ai maschi. A una distanza di cento metri in linea d'aria, però, più vicina alle abitazioni del centro storico, le donne potevano recarsi per fare il bucato (solo il bucato).

Tra un gioco e l'altro, e un bagno e l'altro, finalmente, i ragazzi uno alla volta, per asciugarsi, si adagiano su una pietra liscia e larga, denominata “Chiavica”, che obliquamente, con un'inclinazione di circa 45°, iniziando dalle rupi del Quartiere di San bartolomeo, a strapiombo, si collega fino a toccare il fondo del fiume. Posizione molto comoda, per rilassarsi, per fare un pisolino e...forse sognare...pensando all'altro sesso. E...forse spiati da occhi femminili indiscreti, nascosti tra la vegetazione (come alcune volte capitava), inizia prima per gioco, gradualmente, una masturbazione  spontanea, sempre più convinta, prima individuale, e poi collettiva, in un contagio generale che non risparmia quasi nessuno.



"Il Sciumare", 1977 - 2008, Video still su plexiglas-50x60 cm.

"Il Sciumare", 1977 - 2008, Video still su plexiglas-50x60 cm.

"Il Sciumare", 1977 - 2008, Video still su plexiglas-50x60 cm.

"Il Sciumare", 1977 - Video still, 50x60 cm.

"Il Sciumare", 1977 - Video still, 50x60 cm.

"Il Sciumare", 1977 - Video still, 50x60 cm.

"Il Sciumare", 1977 - Video still, 50x60 cm.

"Il Sciumare", 1977 - Video still, 50x60 cm.


Progetto 2: "il Maiale"- 1° tempo -

Soggetto:

L'uccisione dei maiali, in pieno inverno, presso una comunità contadina di Campagna (Salerno), immersa tra i monti picentini (attualmente adibita a Parco dei Monti Picentini), caratterizza la storia di questo film: un rituale che ancora oggi, anche se in modo diverso (nel rispetto delle nuove leggi vigenti e normative europee), si ripete ogni anno. Una giornata assolata, di fine dicembre, con molto vento, segnata da un clima freddo e secco, accompagna gli ultimi momenti di due maiali, pronti per essere ammazzati.
Nelle immediate vicinanze, casolari e masserie sparse negli uliveti. In lontananza il fiume Sele, navigabile nella Magna Grecia, che collegava le zone interne con il mare di Paestum, l'antica Pesto.

Nel film si nota una suspense in un continuo crescendo, intorno ai preparativi: la legna; il fuoco; il fumo; le pentole; le panche; le corde; la carriola; i coltelli e altri attrezzi di quel mondo contadino. L'aia, quasi deserta, inizia a popolarsi gradualmente. Tutti sono partecipi, grandi e piccoli. Finanche i cani, le galline e altri animali della fattoria sembrano partecipare ai preparativi della “festa”. Una “festa” premeditata, da fare, di lì a poco, ai malcapitati maiali.


 "Il Maiale", 1977 - 2008 - Foto colore (fuori scena) da negativo 6x6 - 
stampa fotografica su plexiglas-100x100 cm.

 "Il Maiale", 1977- 2008 -Foto colore (fuori scena) da negativo 6x6 -
 stampa fotografica su plexiglas-100x100 cm.

"Il Maiale", 1977- 2008 -Foto colore (fuori scena) da negativo 6x6 - 
stampa fotografica su plexiglas-100x100 cm.

"Il Maiale", 1977-2008, video still su plexiglas-50x60 cm.

"Il Maiale", 1977-2008, video still su plexiglas-50x60 cm.

"Il Maiale", 1977-2008, video still su plexiglas-50x60 cm.

"Il Maiale", 1977- 2008, video still su plexiglas-50x60 cm.

"Il Maiale", 1977-2008, video still su plexiglas-50x60 cm.

"Il Maiale", 1977-2008, video still su plexiglas-50x60 cm.


Lettera a Luciano  Inga-Pin (con riferimento anche a questa tipologia di lavoro realizzato tra il 1975 e il 1977)

Caro Luciano, 
scusa il ritardo, ma anche se a distanza di oltre un anno dalla tua “scomparsa”, mi piace scriverti adesso che ho un blog, senza l’emozione del momento …perché per me sei sempre in via Pontaccio alle prese con le tue mostre, con i tuoi amici e con i giovani artisti…dove ho lasciato una parte di me stesso …e poi tu sai benissimo che per me il tempo è stato, ed è, relativo, molto relativo…quasi inesistente, anche se implacabile, distratto come sono, dagli impegni quotidiani e dai miei pensieri (a volte) che mi spingevano istintivamente in sentieri avventurosi abbozzati (forse in anticipo, senza rendermene conto) andando a scavare in un mio percorso formativo, partendo da una mia realtà antropologica e culturale iniziando dalle quattro mura di casa, per approdare in una realtà molto più ampia….ma senza mai fare calcoli di tempo…perché incapace nel momento magico e  ansiogeno (per me) della creatività, di “calcolare” tempi e strategie. Questo, forse anche per fattori caratteriali dovuti ad una mia timidezza, e al dubbio che non mi lascia mai, che mi spingono postume a prendere coscienza?…Pare di si, ed è molto probabile…

Quanti andirivieni nella tua casa-galleria di via Pontaccio,  dove volentieri mi affacciavo dal balcone chiacchierando con altri amici e compagni di strada. Quanti ricordi…quanti affetti…quante speranze….quanti nuovi amici conosciuti, grazie a te, alla tua capacità di comunicare e di richiamare tutta una nuova generazione di artisti. Mi ricordo quando suonavo il campanello alla tua porta vetrata. Ti affacciavi sempre con molta disponibilità, interesse e simpatia, con quegli occhi ingigantiti dagli occhiali, da sembrare due binocoli e il sorriso immancabile. Sempre gentile. Sempre sincero. Mi ricordo anche il tuo cane pastore che ti faceva da guardia per un certo periodo. Mi ricordo, in particolare, quando conobbi Giorgio Verzotti e gli parlasti in modo molto simpatico e affettuoso di me e del mio lavoro che svolgevo in bicicletta spostandomi da una zona all’altra di Milano, come agente della Casa Edtrice Einaudi, elogiandomi, come giovane artista, nel fare questa attività per vivere…

Io come altri, sono stato nella tua “sala d’attesa”. Mi dispiace solo di quel dialogo “interrotto” tra te e me, a proposito del mio lavoro, in  quegli anni a cavallo, tra il 1975-76 e il 1978… Infatti, quando ebbi modo di conoscere, tra gli altri, anche Mimmo Paladino nella tua galleria di via Pontaccio (1978), l’aria che si respirava nel mondo dell’arte, iniziava a cambiare, purtroppo non solo per gli artisti come me, ma (penso) anche per un “gallerista” come te, di punta, a cui interessava il presente in ogni attimo... Capii,  che il momento non era più favorevole per il mio modo di lavorare, tanto da scoraggiarmi nel completare la mia presentazione attraverso le opere, sia di fotografia che di alcuni film super 8 realizzati tra il 1975, 76 e il 1977-78, che dovevo ancora sistemare per la presentazione. Una mostra che di lì a poco, avrei fatto alla Galleria Taide di Salerno (di Pietro Lista e Cristina Di Geronimo),  con una proiezione informale di alcuni film, tra amici, la sera dopo il vernissage. Film che poi tu hai visto in VHS, tra il 1997 e il 1999-2000. Quando alcuni giorni dopo ti telefonai mi rispondesti che ne eri entusiasta…Poi non so cosa sia successo…non ci siamo più sentiti. Io l’eterno precario (per campare) in una scuola  pubblica italiana sempre più problematica  e degradata, con tutti gli aspetti consequenziali  che si riversavano (e si riversano) nella vita quotidiana e tu…a continuare la tua attività, tra i mille impegni, con passione,  fino all’ultimo. 

Infatti in quell’anno 78, mentre Mimmo mi diceva, tra l’altro,  che stava cercando casa a Milano, il sottoscritto invece la lasciava (ad un amico pittore: Franco Tripodi) la sua piccola casetta (di 40 m2 al quarto piano di via Torricelli al n.5), che non lavorava più con la Casa editrice Einaudi, e intuendo quel “ritorno all’ordine” attraverso la manualità pittorica e il decorativismo, gli rispose che stava per lasciare quella città. Lasciare Milano, sentendosi “inutile”, data anche la difficoltà nel sopravvivere e nel rifiutare sull’altro versante, il facile mercato del sottobosco della città meneghina. Per la stima che tu sicuramente provavi nei miei confronti, fui invitato da te (dopo che avevi preventivato una mia presenza in galleria con un paio di mie opere) ad adeguarmi alla nuova realtà, che come ti dissi,  non mi sentii di “accettare”,  ringraziandoti di cuore,  convinto fino all’ultimo del mio lavoro (anche se tra mille dubbi) che stavo svolgendo e che avevo svolto fino ad allora e che stavo portando avanti, guardando oltre il presente, inconsapevolmente proiettato verso gli anni 90, che tu ancora non conoscevi bene fino in fondo, dal momento in cui “oggettivamente”(come fummo travolti entrambi dal ritorno all'ordine con lo “tzunami” della transavanguardia e di altri "movimenti" similari) fosti costretto (forse), anche senza “tradirmi” ad “abbandonarmi” e non mi fu più dato tempo di proseguire nel fartelo conoscere. Il "Nuovo Futurismo" che teorizzasti nel 1983, insieme a Renato Barilli, era ancora lontano…Così tolsi l'incomodo...non perché non sapessi dipingere "rifiutando la pittura" (anzi avrei potuto riprendere con un mio segno neo-espressionistico che avevo da adolescente allievo nell'Istituto d'Arte di Salerno), ma perché il mio lavoro guardava innanzitutto oltre me stesso, la narrative art, la body art, la performance, era molto "diverso" dalle altre esperienze che tu avevi proposto in quegli anni a Milano, tra cui una grande Gina Pane e Marina Abramovic, Guglielmo Achille Cavellini e tanti altri. Una similitudine era possibile con altri giovani su un lavoro (forse) prettamente fotografico...

Arrivarono gli anni 80, che per me rappresentano un “buco nero”…Ormai da Milano ero rientrato a Salerno, dall’estate del 1978, dove nella mia città (Campagna), ho vissuto il tragico terremoto del novembre 80, e dove nel 1982, dopo le mie prime personali alla Galleria Taide di Salerno, nel 1978 e 1981 (che volevo e dovevo fare con te, con la proiezione di alcuni dei miei film super 8, perché è con te  e con altri cari amici artisti di Milano, che maturai una mia visione, in quella città dove ho vissuto intensamente gli anni giovanili e di una ricerca spinta agli estremi, che maturai una mia visione, non perché Salerno non mi andasse bene, anzi, è il mio capoluogo di provincia, la città della scuola di critica d'arte, dove ho studiato, sognando l'arte, ma al tempo stesso era una città lontana da un circuito nazionale e internazionale), per non sentirmi di nuovo “inutile”, recuperai un antico evento del fiume, in disuso ormai, che serviva, oltre che a pulire le strade della città, nella sua deviazione fluviale, ad un’economia locale che non c’era più, composta da mulini, pastifici, cartiere e creterie, trasformandolo in opera d’arte…e coinvolgendo “irresponsabilmente” nell'idea progettuale molti altri artisti di ogni parte d’Italia, ad esprimersi con un proprio linguaggio espressivo…attraverso la perfomance, laboratori di pittura e scultura, musica, teatro,danza, video…mentre Lucio Amelio a Napoli, in contemporanea, “responsabilmente”, realizzava “Terrae Motus”, con alcuni dei mostri sacri internazionali dell'arte, dopo avermi invitato nel 1979 a partecipare, come giovane, alla Rassegna sulla nuova Creatività nel Mezzogiorno, segnalato da Antonio d'Avossa.

 Posso dire che nella mia vita,  fino ad oggi, ho trovato solo te come interlocutore serio e rigoroso, con cui confrontarmi  e  maturare una mia visione…anche se è mancato quel momento magico di verifica, al seguito dei numerosi incontri che facevamo, per i motivi sopraindicati, dove per un attimo ti sei “distratto”, con tutta la mia comprensione, ma al tempo stesso con tanta amarezza e rammarico da parte mia…in una Milano “grigia”, dove complessivamente ho vissuto per quasi 15 anni, nel mio nomadismo da pendolare, nei continui andirivieni, tra il nord e il sud (Milano-Salerno), nei treni affollati di 2 classe (ultimo step dal 1996 al 2003). Ancora oggi, non riesco a pensare che tu non ci sia più. Per me sei sempre in quell'appartamento di via Pontaccio, in una Brera “da movida”, vuota e  irriconoscibile, con quel tuo sorriso, sempre immancabile e con quegli occhi ingigantiti dagli occhiali, da sembrare due binocoli…e la tua disponibilità al dialogo sempre aperta! Milano (la città a tolleranza zero) non ha perso solo un gallerista, ma un pilastro dell'arte contemporanea in Italia...e uno dei più importanti in campo europeo.

Caro Luciano, sapessi quanto mi è  mancata la mia prima mostra personale con te, mediante una  tipologia di lavoro basilare (1975-76-77 - film super 8 e fotografia di una realtà altra, nuda e cruda), in anticipo di almeno 14 anni da quell'humus iniziato negli anni 90 (anni di fuoco), aprendo le danze dalla tua postazione milanese, con una delle prime esposizioni che facesti, ospitando tra gli altri, Betty Bee e la prima di Vanessa Beecroft, segnalata da Giacinto Di Pietrantonio...dove invitare tutti i miei amici di Milano (e i tuoi amici), con i quali sono cresciuto e mi hanno aiutato a crescere e a maturare. 

Spero di poterla fare in un'altra dimensione con te, nel bruniano universo "infinito et mundi", per rifarci del tempo perduto...anche se io non credo nella reincarnazione come te...

Un caro abbraccio…
Angelo
Campagna (Salerno), 30 agosto- 2 settembre, 2010


Nel video che segue si può ascoltare un'intervista a Luciano, che (con Ivan Quaroni, Chiara Canali e altri) parla di uno degli artisti da lui presentati (Giuseppe Veneziano), nella sua galleria di Via Pontaccio a Milano, alcuni anni prima che ci salutasse, di cui condivido quasi in toto, ciò che viene detto, ritrovandomi su tale linea di contenuti, da sempre con il mio lavoro, dagli inizi degli anni 70 ad oggi:




Testimonianze 1977-1978:

Cristina Di Geronimo (segreteria-public relations della Galleria Taide Spazio Per) -  con la mostra Personale "Affetti" , dove i film furono proiettati solo in forma privata (tra amici) - Salerno 1978
Pietro Lista (artista e art director della Galleria Taide Spazio Per) - Salerno, 1978 - Museo Materiali Minimi - Paestum, 1996
Paolo Apolito (antropologo), Salerno, 1978
Edoardo Bruno (Università di Salerno - teorico del cinema e direttore della rivista "Film Critica") - Salerno, 1978
Ugo Di Pace (fotografo e giornalista) - Salerno, 1978
Antonio Castaldi (giornalista de "Il Mattino"), Salerno, 1978-81
Sergio Vecchio (artista) - Salerno, 1978
Fulvio Irace (architetto) - Salerno, 1978
Carmine Limatola (in arte Ableo) - Salerno, 1978
Pino Grimaldi (fotografo e designer ex Studio Segno) - Salerno, 1978
Gelsomino D'Ambrosio (docente ISIA di Urbino -designer Studio Segno) - Salerno, 1978
Pno Musi (fotografo) - Salerno 1978
Luciano Cilio (musicista e film-maker), Napoli 1978
Nuccino Scannapieco (docente all'IPSIAM di Campagna), 1978, presente alla proiezione, informale tra amici, nell'ambito di una serata post-personale tenuta alla Taide di Salerno
Vito D'Ambrosio (fotografo e musicista - diplomato al Consevartorio di Salerno), Campagna, 1977, collaborò alla realizzazione di alcuni filmati, realizzati tra il 1975 e il 1977
Pompeo Ganelli (fotografo), Campagna, 1977, collaborò alla realizzazione di alcuni filmati, tra il 1975 e il 1977
Famiglia De Luna- Maggio, in località Serradarce di Campagna (Sa), dove fu realizzato il film "Il Maiale" nel  mese di dicembre del 1977
I ragazzi del mio quartiere natio (Zappino), della città di Campagna, nel film "il Sciumare" (fiume Atri), oggi persone mature e (in gran parte) padri di famiglia, ripresi in quel giorno di caluria estiva nel mese di agosto del 1977

Testimonianze Anni 90:
Giulia Piscitelli (artista) - Studio Aperto  (spazio autogestito) - Napoli, 1993 
Lorenzo Scotto Di Luzio (artista) - Studio Aperto - Napoli, 1993
Pasquale Cassandro (artista) - Studio Aperto - Napoli, 1993
Giancarlo Politi (Editore e Direttore di Flash Art), unitamente a Giacinto Di Pietrantonio (critico d'arte), Gabriele Perretta (critico d'arte), Fernando De Filippi (artista e direttore Accademia di Belle Arti di Brera) - Trevi Flash Art Museum - Trevi (PG), 1996 - Milano, 1996
Antonio D'Avossa (critico d'arte), Milano, 1996 - Marcella Stefanoni (Galleria Artra), Milano 1997 - Franco Tripodi (artista), Milano 1996-97
Sergio Mari (art dialer), Salerno, 1997
Archivio di Luciano Inga Pin (sperando che detto archivio esista ancora), Milano, 1996-97/98-2000)
Anna Finetti (artista), Milano, 1998
Mario Gorni - C/o Careof - Via Farini - Milano, 1999
Salvatore Vargas (artista), Milano- Caserta, 1999-2000


Testimonianze recenti - Anni  2000:
Raffaella Morra, Napoli, 2001-2002
Alexander Brener e Barbara Schurz (artisti), 2003
James Putnam (ex curatore del British Museum) e Alan Frenkiel (scrittore d'arte), Positano, 2005
Irina Danilova (artista russo-americana - New York), 2007
Bernard Plasse, Galerie du Tableau (http://galeriedutableau.free.fr/), Marsigia, 2008 - Roberto Comini (CO.AR.CO. Art Contemporain International en France (http://coarco.art.free.fr/ ), Marsiglia, 2008; Anna Gaume (artista) - Marsiglia, 2008; Isabella Moroni, Barbara Martusciello (http://www.artapartofculture.net/ & Vincenzo Cozzi (Argilla Teatri), Marsiglia, 2008 - Roma 2009
Vittoria Biasi (critico d'arte), Roma, 2009; Raffaella Losapio (http://www.1fmediaproject.net/), Roma, 2009 - Vincenzo Ceccato (artista), Roma, 2009 - Antonello Tolve (critico d'arte e curatore) - Salerno, 2009 - Cataldo Colella (consulente culturale Regione Basilicata-curatore) - Potenza, 2009 - Gigiotto Del Vecchio (curatore, art director Supportico Lopez-Napoli-Berlino), Eugenio Viola (critico d'arte e curatore) - Napoli, 2010 - CAM (Contemporary Art  Museum) di Casoria (NA), 2010


In modo indiretto:  Pino Deodato, Franco TripodiAntonio Sormani, Cosimo Di Leo RicattoGiovanni RubinoAntonio Miano, Italo Bressan, Pino Bua, Maurizio Dal BorgoRaffaele Perrotta (poeta, filmaker, università di Genova), Antonio Paradiso, Franco RavedoneAntonio Trotta e Betty Furiase, Hidetoshi Nagasawa, Milano, 1975-76-77; Rino Mele (cattedra dello spettacolo Università di Salerno), 1978; Filiberto Menna, Salerno, 1978; Angelo Trimarco (Storia della critica d'arte - Università di Salerno), 1978 - Presidente della Fondazione Menna, Salerno, 2009; Enrico Crispolti (Università di Salerno nel 1981) - Massimo Bignardi, assistente Università di Salerno nel 1981 - Giannetto Bravi (Milano, 2001-02), Marco Alfano (assistente Università di Siena) - Salerno 2004, Lucia Uni (giovane artista di Milano, 2001-02)

n.b. per questa tipologia di lavoro, gradualmente sto scrivendo dei nomi, in base alla mia memoria, a partire dal 1975-77-78

Lettera

Caro Angelo,

scusami se ti scrivo così tardi rispetto ai vecchi propositi, è inutile dirti che si è impegnati su tanti fronti.
Mi chiedevi di esprimere la mia opinione sul tuo lavoro, immagino passato e presente, poiché ci conosciamo da lunghissima data.
Quando penso a te, mi viene in mente la tua indole buona e pacifica, la tua difficoltà di adattarti ai ritmi coercitivi e a volte violenti della burocrazia di stato nonché alla protervia delle conventicole di ogni specie che sono  di fatto impedimento e ostacolo ad agire e comunicare. Invece si è costretti a tirar fuori le unghie.

Spero che il tuo lavoro proceda. Ricordo la tua ultima mostra a Milano, mi aveva piacevolmente colpito la leggerezza, l'ironia, l'ammirazione che esprimeva, verso quel personaggio che ami.
Ricordo poi con sincera ammirazione, un tuo vecchio lavoro, un video  che registrava una qualunque giornata estiva di un gruppo numeroso di ragazzi della tua terra: è semplicemente meravigliosa la gaiezza il senso di assoluta libertà e autenticità che esprimono giocando. Adesso credo, sarebbe impossibile realizzare qualcosa del genere, non si è più così inibiti, o forse semplicemente è finito il tempo dell'innocenza.
Un lavoro del genere sarebbe piaciuto a Pasolini, non a caso andava a cercare altrove l'innocenza perduta, sconfinando nel tempo e nello spazio. Quel lavoro meriterebbe più fortuna, perchè oltre ad essere una pagina lieve di poesia è anche un documento eccezionale.

Sperando di ricevere presto tue notizie, cordiali saluti

Milano, 19 novembre 2003



giovedì 27 gennaio 2011

5) dalla 2a serie "Affetti" 1978 (in costruzione - under costruction)

L'immortalità della Natura Morta, 1978 n.7 fotografie colore. Supporto, dimensioni e quantità variabile. Intervento-Azione al Liceo Artistico di Salerno per la Mostra-Progetto "Natura Morta"



"L'immortalità della Natura Morta", 1978. Visione d'insieme
"L'immortalità della Natura Morta", 1978. Part. immagine n.3
"L'immortalità della Natura Morta", 1978. Part. immagine n.5