Attraverso le fotografie di famiglia, dal 1975/76, tento di ricostruire un percorso formativo ed educativo ricevuto nel contesto storico, sociale e ambientale della mia infanzia (con lo scopo di rimettere tutto in discussione, nel rimuovere certi luoghi comuni). Partendo prima dall'interno delle mura domestiche, attraverso le immagini fotografiche, gli oggetti, l'ambiente, e affacciandomi poi gradualmente all'esterno, nell'habitat quotidiano con i suoi usi e costumi, con i suoi innumerevoli segni di una storia e di una cultura passata, e nella continuità "diramata", ma coerente, di una linea di pensiero, con i suoi possibili e (pare) inevitabili sviluppi, vado anche a recuperare la figura di un bravo fotografo (Emilio D'Amato). Il classico fotografo, che come i Fratelli Alinari, nel suo piccolo, ha documentato più di mezzo secolo di vita locale della Città/Territorio di Campagna e dintorni. Un fotografo che ha documentato, fra l'altro, centinaia di funerali, fra i quali i due seguenti che interessarono la mia sfera affettiva e intima familiare: i funerali di mio nonno nel 1957 (quando avevo 10 anni) e di un mio zio, fratello di mio padre, nel 1941 (sei anni prima che nascessi), a parte altre opere presentate in questa pagina.
Mostra-Percorso/Exibition-Route - Angelo Riviello: artista multidisciplinare (pittura, fotografia, video, installazioni, ambientazioni),ideatore (e tra i curatori), nel 1982-85 della Rassegna dell’Acqua-La Chiena, multimediale,interdisciplinare e intergenerazionale - Città di Campagna–Salerno. Promotore (e tra i fondatori) nel 1988 dell'Associazione "Giordano Bruno". Direzione Artistica di Spazio Utopia Contemporary Art, dal 2006.
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domenica 3 ottobre 2010
Angelo Riviello Moscato & Arte Foto Emilio D'Amato - dalla 1a serie "Affetti", 1975/76 (in cantiere - under costruction)
Attraverso le fotografie di famiglia, dal 1975/76, tento di ricostruire un percorso formativo ed educativo ricevuto nel contesto storico, sociale e ambientale della mia infanzia (con lo scopo di rimettere tutto in discussione, nel rimuovere certi luoghi comuni). Partendo prima dall'interno delle mura domestiche, attraverso le immagini fotografiche, gli oggetti, l'ambiente, e affacciandomi poi gradualmente all'esterno, nell'habitat quotidiano con i suoi usi e costumi, con i suoi innumerevoli segni di una storia e di una cultura passata, e nella continuità "diramata", ma coerente, di una linea di pensiero, con i suoi possibili e (pare) inevitabili sviluppi, vado anche a recuperare la figura di un bravo fotografo (Emilio D'Amato). Il classico fotografo, che come i Fratelli Alinari, nel suo piccolo, ha documentato più di mezzo secolo di vita locale della Città/Territorio di Campagna e dintorni. Un fotografo che ha documentato, fra l'altro, centinaia di funerali, fra i quali i due seguenti che interessarono la mia sfera affettiva e intima familiare: i funerali di mio nonno nel 1957 (quando avevo 10 anni) e di un mio zio, fratello di mio padre, nel 1941 (sei anni prima che nascessi), a parte altre opere presentate in questa pagina.
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